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Roberto Capitanio
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Roberto Capitanio
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Roberto Capitanio
Museo della città di Viticuso
La Pop Art in Italia
La Pop Art in Italia
Curator: Roberto Capitanio

Roberto Capitanio Software Engineer

Gli amministratori del comune di Viticuso, paese di origine di sir Edoardo Paolozzi, in occasione del centenario della nascita del "baronetto" lo hanno voluto celebrare con un convegno e una mostra molto significativi. Tale doppio appuntamento, nei programmi del sindaco Vincenzo Valente e di tutta la sua maggioranza, fa da preludio alla futura acquisizione della casa natale dell'artista e alla prossima apertura di un museo della Pop Art nella piccola ma graziosa cittadina cassinate. I due eventi, che si intrecciano nella cornice delle numerose celebrazioni avvenute anche a Edimburgo paese di residenza di Paolozzi, hanno proposto in parallelo un percorso tematico e divulgativo illustrante la vita e le opere dell'artista scozzese in cui sono stati messi in evidenza gli episodi più significativi della sua storia familiare e delle sue radici viticusane e una mostra a cura di Roberto Capitanio con autori e opere della pop art italiana che si sono confrontati con l’arte di Paolozzi. Eduardo Paolozzi è stato uno dei pioneri della Pop Art, infatti il suo collage del 1947 'I was a rich man's plaything' in molti libri viene citato come la prima opera veramente Pop Art. Le sue opere sono esposte al Moma di New York e in varie parti della Gran Bretagna, arrivando tra l’altro anche sulla copertina del disco Red Rose Speedway di Paul McCartney. La sua storia ha inizio ai primi del ‘900, con la grande ondata migratoria che aveva interessato l’Italia della post-unificazione, quando una famiglia contadina lasciò il piccolo villaggio arroccato sulle montagne per raggiungere la Scozia portando con sé la giovane Carmela, che in uno di quei viaggi di ritorno al paese conobbe il signor Paolozzi, il quale non si fece problemi a raggiungerla in Scozia. Eduardo nacque da quell’unione, immerso in un ambiente assolutamente italiano. Origini di “Terra di Lavoro” sia da parte di madre che di padre. “Dall’età di nove anni in poi – ha raccontato Paolozzi in un’intervista ad Artist’s life - mio padre mi mandava in Italia per tre mesi all’anno. Le quattro lingue che parlavo erano il dialetto del paese italiano, l’italiano standard, lo scozzese di strada e l’inglese standard”. Il legame con l’Italia si è poi trasformato in un pesante fardello, quando irruppe la seconda guerra mondiale, e le due nazioni si trovarono schierate su fronti opposti. Paolozzi, da italiano, fu internato. E proprio in quel periodo – anche per ammazzare il tempo - si avvicinò alla pittura, alla scultura, e anche alla filosofia. Su quest’ultima, divenne un estimatore del filosofo Ludwig Wittgenstein, personaggio peraltro legato anch’egli a Cassino, per via di un internamento durante la prima guerra mondiale. Il legame tra i due si tradusse nell’opera 'Wittgenstein at Cassino', scultura esposta alla Leeds Art Galery, nel Regno Unito. Una delle più imponenti opere di Paolozzi è poi un altro attestato della sensibilità dell’artista per le sue terre d’origine. Si intitola 'The Manuscript of Montecassino' ed è installata in Picardy Place, ad Edimburgo. Un trittico mastodontico formato da una mano aperta, da un piede e da una caviglia tagliata. Il tutto arricchito da numerosi dettagli, ciascuno a simboleggiare la speranza che si contrappone alla distruzione della guerra. Insegnò scultura e plastica in diverse scuole, tra cui l'University of California, Berkeley (nel 1968) e il Royal College of Art. Paolozzi lavorò anche a Berlino dal 1974 e a Colonia dal 1977 al 1981, e successivamente insegnò scultura presso la Accademia delle belle arti di Monaco di Baviera. Nel 1968 fu elevato al rango di membro dell'Ordine dell'Impero Britannico e nel 1979 fu nominato membro della Royal Academy. Divenne lo scultore ufficiale di Sua Maestà la Regina nel 1986. Nel 1994 fece dono di una gran parte dei suoi lavori e della maggior parte degli oggetti presenti nel suo studio alla Scottish National Gallery of Modern Art. Nel 1999 la Galerie Nationale di Scozia inaugurò la Galerie Dean e vi espose la sua collezione. Nel 1970 ha ricevuto la Medaglia d'oro del Presidente della Camera dei Deputati al XXVIII Concorso Internazionale della Ceramica di Faenza. Un artista praticamente venerato all’estero, di cui in Italia non si parla ancora abbastanza, quasi per niente. Ecco, che finalmente grazie al Comune di Viticuso questa tendenza viene sovvertita. Alla conferenza di inaugurazione delle celebrazioni viticusane hanno preso parte, oltre al Sindaco Vincenzo Iannetta e i consiglieri comunali, il prof. Roberto Capitanio, l'Assessore provinciale Luigi Vacana e il Prof. Gaetano De Angelis-Curtis del Centro Documentazione e Studi Cassinati. Da Edimburgo, in video chiamata, è intervenuta una delle figlie di sir Edoardo Paolozzi, che ha ringraziato per la bella iniziativa in onore del padre. Tra i partecipanti erano presenti anche alcuni nipoti del maestro. Ha dichiarato Roberto Capitanio, curatore della mostra: “Ecco un esempio di amministrazione che non pensa soltanto a recuperare voti ma a creare qualcosa che resti per le future generazioni. Mi complimento con il sindaco Vincenzo Iannetta e con il suo gruppo di "visionari" perché sono persone che non guardano al consenso elettorale ma che hanno a cuore la crescita del loro territorio”. Nella mostra “La Pop Art in Italia” i tanti visitatori hanno potuto ammirare opere di Mario Schifano, Bruno Donzelli, Ugo Nespolo, Lucio Del Pezzo, Fernando de Filippi, Francesco de Molfetta ed Elena Di Felice. #robertocapitanio #artmarketanalyst #cassinosimostra
Details
From 12/08/2024 to 08/09/2024
Location: Museo della città di Viticuso
City: Viticuso